Teatro Lirico Giorgio Gaber – MILANO
28, 29, 30, 31 marzo e 2 aprile
AGIDI – International Music and Arts presentano
ELIO
CI VUOLE ORECCHIO
ELIO CANTA E RECITA ENZO JANNACCI
drammaturgia GIORGIO GALLIONE
arrangiamenti musicali PAOLO SILVESTRI
con ALBERTO TAFURI pianoforte, MARTINO MALACRIDA batteria, PIETRO MARTINELLI basso e contrabbasso, SOPHIA TOMELLERI sassofono, GIULIO TULLIO trombone
light designer ALDO MANTOVANI, scenografie LORENZA GIOBERTI, costumi ELISABETTA MENZIANI
regia GIORGIO GALLIONE
A 10 anni esatti dalla scomparsa di Enzo Jannacci, Elio porta in scena per la prima volta a Milano lo spettacolo CI VUOLE ORECCHIO, produzione AGIDI e International Music and Arts, regia di Giorgio Gallione.
Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.
Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.
“Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente.
Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio.
Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al trombone. A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci.
Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra.
Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”.
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