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Omar Pedrini

Omar Pedrini

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Besides the exploration of a new operatic expression in the chamber opera, our repertoire is focused on the contemporary opera and its influence on the modern art. Discover the best performers and plays.

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Besides the exploration of a new operatic expression in the chamber opera, our repertoire is focused on the contemporary opera and its influence on the modern art. Discover the best performers and plays.

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Besides the exploration of a new operatic expression in the chamber opera, our repertoire is focused on the contemporary opera and its influence on the modern art. Discover the best performers and plays.

“Quando siamo felici facciamoci caso”

Uno spettacolo di teatro canzone – ispirato dall’opera di Kurt Vonnegut
Per la regia di Emilio Russo

Omar Pedrini: voce narrante, voce chitarra
Simone Zoni: chitarre
Emilio Russo: regia

Lo spettacolo di teatro canzone “Quando siamo felici facciamoci caso“ ispirato dai discorsi di Kurt Vonnegut, vedrà sul palco Omar Pedrini in qualità di voce narrante e cantautore.

Il fil rouge sarà lo spunto delle bellissime parole rivolte dallo scrittore americano ai laureandi, per intessere un percorso artistico che spazia dalle canzoni del cantautore bresciano a quelle di altri  autori musicali a lui affini con un richiamo anche a  poeti , pittori e artisti vari.

In quest’epoca in cui anche la musica popolare sembra aver perso lo smalto e il ruolo  di “guida” e ispirazione per le nostre vite, lo spettacolo punterà a far emergere l’esigenza  di  riappropriarsi dei tempi necessari alla riflessione, per abbracciare e ripensare tutti insieme a un modo di vivere più lento e più umano, in cui godere dei beni che abbiamo  e  fermarsi a riflettere affinchè  il “farci caso“ diventa un “prenderne coscienza”.

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Bio

Omar Pedrini - Biografia
GLI ESORDI | 1980-1989
All’inizio degli anni Ottanta a Brescia il principale momento di incontro per le band esordienti è il concorso Deskomusic ed è proprio qui che prendono forma i Precious Time. Omar Pedrini, oltre ad essere il chitarrista e leader, è autore dei testi e delle musiche. La formazione degli albori vede lui, Francesco Renga voce, Diego Galeri batteria, Enrico Ghedi tastiere e Pietro Paolo Pettenadu al basso che in un secondo momento sarà sostituito da Davide Cavallaro.
Nel 1987 matura la scelta di cambiare il nome in Timoria, termine derivato dal greco (τιμωρια), che può significare punizione ma anche vendetta. È proprio il desiderio di rivalsa, soprattutto nei confronti di chi li ha sempre giudicati dei perditempo, a spingerli alla scelta del nome definitivo. È un anno ricco di soddisfazioni per il gruppo che inizia a esibirsi dal vivo con grande frequenza, finendo per totalizzare circa 30 mila presenze ai propri concerti estivi.
I PRIMI ALBUM | 1990-1992
Nell’aprile del 1990 arriva il primo album ``Colori che esplodono``. L’anno inizia con un'insolita quanto coraggiosa partecipazione al Festival di Sanremo voluta dal loro manager. I Timoria si presentano con “L'uomo che ride” nella categoria nuove proposte ma l’apparizione al Festival è davvero veloce, dato che vengono eliminati già nel corso della prima serata. Nonostante ciò, i Timoria smuovono qualcosa tra gli addetti ai lavori, tanto che i giornalisti decidono su due piedi di istituire un Premio della Critica riservato alle nuove proposte e lo assegnano subito al gruppo.
All’inizio del 1992 i Timoria cambiano manager e subentra Angelo Carrara, famoso in quel periodo per la sua collaborazione con Luciano Ligabue. Nel maggio dello stesso anno viene pubblicato ``Storie per vivere``, un disco molto sentito, figlio del periodo di crisi, anche se i membri non sono particolarmente contenti del risultato finale, visto che Carrara preferisce mettere in risalto la voce del cantante, piuttosto che il suono degli strumenti. Il disco non decolla e il gruppo sembra aver perso la voglia di suonare, così Carrara decide di far ripubblicare “Storie per vivere” con l'aggiunta di una canzone firmata dal suo pupillo Ligabue, “Male non farà”. Ligabue stesso, rimasto particolarmente colpito dalle qualità del quintetto di Brescia, decide di portarlo con lui come gruppo spalla nel suo “Lambrusco, coltelli, rose & popcorn Tour”. L’entusiasmo rientra nelle vene dei Timoria, che si danno una scadenza: il prossimo disco deve essere quello definitivo, il migliore, quello del salto di qualità, altrimenti si chiude bottega.

IL SUCCESSO DEI TIMORIA | 1993-1998
Nel 1993, dopo aver lavorato incessantemente, esce ``Viaggio senza vento``, una sorta di rinascita per i Timoria. Le radio cominciano a passare i brani del nuovo CD e le vendite decollano, permettendo al gruppo di aggiudicarsi il primo Disco d'Oro della carriera. Segue un tour lunghissimo di 90 date in dieci mesi, che permette ai Timoria di farsi ascoltare da quasi 200 mila persone. I fan diventano sempre più numerosi.
I Timoria vengono consacrati come una delle migliori rock band del panorama italiano.``Eta Beta`` esce nel febbraio del 1997 ed è il lavoro più sperimentale della carriera dei Timoria, con una grande contaminazione di diversi stili musicali: si passa dal jazz al rock, dal metal al gospel, con alcuni sprazzi di poesia. A causa di queste varie sperimentazioni, l'album non viene particolarmente capito in Italia, dove non riesce a bissare il successo dei due precedenti, ma ottiene ottimi riscontri in Francia. Segue un lungo tour, che parte ad aprile e finisce a novembre e segna l’ingresso nella band del percussionista Filippo ``Pippo`` Ummarino.
IL NUOVO CICLO | 1998-2003
Tra il 5 e il 7 giugno 1998, durante la direzione artistica e organizzazione del Brescia Music Art, Omar Pedrini cementa il rapporto con Marco Lodola, nel cui laboratorio artistico i Timoria realizzano buona parte di ``1999``, primo album senza Francesco Renga.
Ha definitivamente inizio il nuovo ciclo del gruppo, che Omar Pedrini definisce «un'unione trasversale di artisti, un progetto di cosmesi e rivisitazione della realtà e di ricerca e valorizzazione del bello». Il 28 gennaio 1999 esce il nuovo album, intitolato semplicemente ``1999``, a testimonianza di un nuovo inizio per i Timoria. Nel 2001, dopo un anno di pausa, viene pubblicato ``El Topo Grand Hotel``, decimo lavoro del gruppo e suo secondo concept album. I Timoria tornano al grande successo, ottenendo il loro terzo Disco d'Oro in carriera e organizzando ``El Topo electrico tour`` che inizia a maggio e tocca durante l’estate i maggiori centri italiani. Nel 2002 i Timoria partecipano per la seconda volta, stavolta nella categoria Big, al Festival di Sanremo con il brano ``Casa mia``.

LA CARRIERA SOLISTA
Nel 2002 si conclude l’esperienza di Omar Pedrini con i Timoria e inizia il nuovo percorso artistico. Nel 2004 debutta da solista al Festival di Sanremo con “Lavoro inutile”, ricevendo il premio speciale per il miglior testo. Nel giugno del 2004 è costretto ad interrompere ogni attività a causa di una delicata operazione cardiovascolare subita dopo un aneurisma aortico. Il 26 maggio 2006 esce il suo terzo album da solista ``Pane burro e medicine``, anticipato dall'ironico singolo Shock, che rievoca la sua malattia, parla di amore, della gelosia che sfocia in pazzia, del fascino dell’adolescenza. Nel biennio 2007-2008 continua l’attività di autore e conduttore televisivo con nuove puntate di ``Nu-Roads`` e presenta su Rai2 il programma ``School of Rock``.
Il 23 giugno 2010 esce un nuovo album intitolato ``La capanna dello Zio Rock``, descritto dallo stesso Pedrini come un bel discone con tutto il meglio dei Timoria più alcuni inediti.
Nel 2013 lavora a un nuovo album, dalle forti sonorità brit-pop, registrato a Manchester dopo un incontro con Noel Gallagher e il produttore degli Oasis.
Omar Pedrini può vantare collaborazioni con artisti italiani e stranieri di qualsiasi disciplina, dal deus ex machina della controcultura milanese Gianni Sassi (Cramps, Milano Poesia, Fluxus), allo scrittore Aldo Busi, il pittore Marco Lodola, Matteo Guarnaccia (il padre della psichedelia italiana), Leon Mobley (musicista di Ben Harper), David Fuczynsky (chitarrista di New York del filone yiddish-jazz), Bertrand Cantat dei Noir Désir, Eugenio Finardi, Gianna Nannini e Ligabue. Ha condiviso il palco con C.S.I., Jovanotti e Nomadi nel concerto per il Dalai Lama.
Fra il 2018 e il 2019, insieme ad Alessio Boni, Omar Pedrini mette in scena uno spettacolo di teatro canzone intitolato “66/67”, ovvero i rispettivi anni di nascita dei due artisti, ma anche un riferimento al glorioso biennio durante il quale la musica rock ha prodotto alcune fra le canzoni e gli artisti destinati a influenzare tutta la storia successiva.
Il 2021 porta a Omar nuove soddisfazioni. Mentre continua il suo never-ending tour, esce anche il vinile di “Viaggio Senza Vento” che entra direttamente nella Top 10 dei più venduti e a fine anno il libro fotografico “Dentro un viaggio senza vento” (ed Il Castello).